Come sicuramente saprete, il prezzo del pellet ha subito un balzo avanti notevole nella prima metà dell’anno in corso, a causa alla guerra in Ucraina che ha letteralmente sconvolto il settore energetico.
Ebbene, oggi a periodo di pre-stagionale terminato, la situazione non è per nient migliorata…
Se ad aprile 2022 il prezzo al sacco raggiungeva i 9 euro, arrivati a settembre un sacco da 15kg costa intorno ai 12 euro, rendendo antieconomico il ricorso a questo sistema di riscaldamento. Ma non è tutto…
Il secondo problema è la difficile reperibilità del prodotto, con i grossisti che non riescono a dare date certe sugli approvvigionamenti e sulle quantità di prodotto in arrivo. Tutto questo sta mettendo in seria difficoltà l’Italia, prima nazione in Europa per consumo di pellet.
La politica cosa sta facendo?
In Italia, con il Governo Nazionale dimissionario, le istituzioni centrali non hanno fatto ancora niente per venire incontro a consumatori, mentre le prime a muoversi sono le Regioni.
Il Friuli Venezia Giulia, grande consumatore di pellet soprattutto nella zona montana al confine con Austria e Slovenia, sta valutando di portare l’IVA al 10%, per provare ad alleggerire i costi a carico delle famiglie. Passerà l’emendamento del Movimento 5 Stelle?
E i consumatori cosa possono fare?
Nel frattempo, con il clima che lentamente si sta portando verso la stagione invernale, il nostro consiglio è monitorare i soliti canali (le agrarie, i Brico Center ecc.) per tenere d’occhio l’andamento dei prezzi e la disponibilità di pellet, evitando però una corsa all’acquisto a questi prezzi gonfiati ed insostenibili!
Cari lettori a presto, sperando in novità positive!